In My Shoes - © Marta Costantino 2013 |
"In che senso, quanta forza ho?" trasalì Giannini.
"Venga con me: non abbiamo molto tempo!" rispose Cesare dirigendosi di fretta verso l'ingresso del fienile. Giannini non capiva cosa stesse succedendo: "Ma perché? Chi è che sta arrivando? Siamo in pericolo?"
"Giannini, per Dio: le domande le tenga per quando avremo tempo. Adesso si muova da lì che è esattamente in traiettoria!"
"Qua-le tra-iet-to-ria?" chiese Giannini scandendo ogni sillaba. Cesare sembrava molto agitato e questo si rifrangeva in Giannini: si conoscevano solo da una manciata di ore, ma aveva il sentore che se quell'uomo era così preoccupato, probabilmente aveva una buona ragione per esserlo. Si sentiva come quei pupazzetti incollati al cruscotto a cui ciondola il capo: un peso invisibile, che taluni chiamano panico, ne aveva radicato i piedi alle fondamenta del porticato. Cesare tornò indietro e prese Giannini per un braccio: "Cristo Giannini, si sposti o le faranno male!"